Verônica: una storia di coraggio

VeronicaDi Andréa Beltrão abbiamo già parlato in occasione di Som & Furia, la fortunata miniserie della Tv Globo ambientata nel mondo del teatro, nella quale questa brava attrice brasiliana interpretava Elen, una attrice di mezza età, costantemente impegnata a sbarcare il lunario e riabilitare  la sua vita disordinata agli occhi di familiari e conoscenti.

In Verônica, un film del 2008 diretto da suo marito Maurício Farias, il talento di attrice di Andréa si esprime su un terreno completamente diverso: la storia è drammatica anche se il finale, nonostante tutto,  può essere catalogabile come lieto. Verônica è una insegnante di scuola elementare che si trova, suo malgrado, a prendersi cura e in seguito a difendere un suo piccolo alunno di colore, Leandro, colpevole solo di essere il testimone indiretto e involontario di un traffico illegale, legato al mondo dei narcotrafficanti e dei poliziotti corrotti di Rio de Janeiro.

Veronica Il bambino prima di andare a scuola riceve dal padre una penna usb nella quale è contenuto un video che incastra inequivocabilmente alcune “mele marce” della polizia, ritratte mentre stanno intascando i proventi di alcuni traffici illegali che non hanno denunciato. La famiglia del bambino che vive in una favela di Rio viene sterminata perchè a conoscenza di questa vicenda e l’obiettivo successivo dei narcotrafficanti diventa quello di recuperare le prove ed eliminare Leandro. Sembrerebbe un piano semplice da realizzare se non fosse per il fatto che sulla strada di questi criminali si inserisce la maestra Veronica che, accompagnando il piccolo a casa, scoprendo gli omicidi e intuendo il pericolo, recupera tutto il coraggio e l’intelligenza che possiede e, sfruttando anche il contributo del suo ex marito poliziotto, comincia ad organizzare una fuga contro tutto e contro tutti con l’unico scopo di mettere in salvo il bambino.

Senza svelare la storia  si può immaginare cosa può succedere se ad un certo punto i buoni diventano i cattivi e cambiano le carte in gioco: l’ex marito di Verônica è uno dei poliziotti corrotti, e viene costretto a fare una scelta per soldi, per la sua vita e quella della sua ex moglie. Sarà solo un misto di coraggio, strategia e fortuna a consentire a Veronica e al bambino di fuggire da un destino ormai tristemente segnato.

Andrea BeltraoAl di là della trama (che tra l’altro si ispira molto al film Gloria – Una notte d’estate un film degli anni ’80 di John Cassavetes) e della recitazione eccezionale di Andréa Beltrao e del piccolo Leandro (Matheus de Sá) questo film mi è piaciuto molto per la sua caratteristica di essere molto giocato sulla progressiva “trasformazione” di Verônica. All’inizio del film la maestra Veronica è una donna solo concentrata sui suoi tanti problemi: la malattia della mamma, le difficoltà economiche, lo sfaldamento del suo matrimonio;  E’ paradossalmente (visto il suo lavoro) una donna incapace di entrare in intimità con i bambini, che considera solo la sua occupazione e in certi casi un fastidio,  forse per via di una maternità che sembra essere sfuggita via e non può essere più recuperata. Piano piano la situazione di Leandro che all’inizio considera solo un “problema” diventa IL problema, la causa per cui può essere messa a rischio la propria vita. E così la Verônica del finale, anche se comunque senza troppe smancerie, diventa una persona diversa  capace di tirare fuori l’istinto materno di protezione che la porta a fare il possibile per restituire al piccolo Leandro quello che la cattiveria degli uomini gli ha sottratto: una famiglia.

Un film che secondo me vale la pena di vedere. Sullo sfondo la solita scelta di rappresentare l’immagine di un Brasile difficile (anche se sicuramente reale), ma la forza della storia fa saltare subito  l’attenzione in primo piano, dando spazio ai sentimenti. Aggiungo un piccolo teaser che ho trovato su Youtube.

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