Onisciente, il grande fratello ci ascolta.

Ho finito di vedere in questi giorni una serie brasiliana in sei puntate, rilasciata l’anno scorso sulla piattaforma Netflix, che si chiama Onisciente (Onnisciente). Come noto questo termine identifica chi ha conoscenza di tutte le cose e Onisciente, in questa serie, è il nome di una società privata che vende agli amministratori delle varie città soluzioni di controllo sociale basati su microscopici droni (della dimensione di un’ape), capaci di monitorare 24 ore al giorno il comportamento di tutti i cittadini e di filmare le loro azioni.

I filmati di questi droni (che sono anche in grado di analizzare le emozioni, gli sbalzi di umore dei cittadini ed, eventualmente, anche di applicare sanzioni o altre misure per dissuaderli dal compiere dei crimini) vengono trasmessi ad un sistema centralizzato che conserva ed elabora miliardi di informazioni di tutti i tipi. Gli effetti di questo “grande fratello” che vigila su tutti gli abitanti della città sono la riduzione dei crimini e l’aumento della sicurezza urbana.

Raccontare una serie è sempre complicato, perché il rischio di spoilerare qualcosa è sempre dietro l’angolo. Ci provo introducendo solo gli elementi essenziali del racconto e, chiaramente, non rivelando niente del finale che sembrerebbe temporaneo, perché già annuncia la seconda stagione che dovrebbe essere in produzione.

La protagonista di questa storia è Nina una giovane programmatrice della società Onisciente che rientrata a casa dopo il lavoro trova il padre morto per effetto di un colpo di arma da fuoco, apparentemente senza motivo. La ragazza cerca di recuperare il filmato del drone del padre per avere informazioni sul suo assassino, a ma ottiene un categorico rifiuto da parte dei gestori del sistema Onisciente (in pratica i suoi datori di lavoro) che si giustificano dicendo di non poter fornire le informazioni per salvaguardare la privacy delle persone. La ragazza, con l’aiuto della segretaria personale del governatore della città, conosciuta per caso, riesce a mettere in atto un piano per aggirare i tantissimi sistemi di protezione del Sistema e recuperare il filmato del drone del padre, ma questo le servirà a poco. In ogni caso il finale è pieno di colpi di scena (anche se un po’ prevedibile per la verità).

Che cosa mi è piaciuto di questa serie? Tralasciando il fatto che è una serie in lingua originale, e quindi mexe muito comigo (fa molto effetto su di me) mi è piaciuto il tema della vigilanza tecnologica che introduce tutta una serie di altri rischi, come il controllo dell’identità delle persone per chi fosse in grado di accedere illegalmente al sistema, solo apparentemente impenetrabile. Poi è una serie sci-fi poco scientifica, nel senso che la narrazione non avviene nel classico futuro distopico ma al giorno d’oggi, in una città riconoscibile e moderna (San Paolo). Non mi sono mai piaciuti i film storici e quelli ambientati nel futuro. Sempre e solo hic et nunc.

Cosa mi è piaciuto di meno? Il fatto che in alcuni momenti il racconto sembra poco plausibile; il fatto che questa cosa di essere controllati è angosciante, anche se che poi non è tanto lontana dalla realtà dei fatti: basta aprire un social network e trovare offerte commerciali che seguono i nostri modelli di consumo. Qualcuno dice anche che il grande fratello ci ascolta veramente attraverso le diavolerie tecnologiche che ci circondano e di cui ci circondiamo a volte incautamente.

DI seguito il trailer della serie Onisciente, secondo me vale la pena seguirla considerato che al momento è una sola stagione e sono solo sei episodi.

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