Ciao Rainha do rock

Questo blog è nato, quasi 13 anni fa, sotto l’impulso di raccontare le cose relative al Brasile che piacevano a me, principalmente nell’ambito della musica, della poesia, dell’arte di questo paese, ma non solo. Concepisco questo posto semplicemente come una sorta di remainder, utile per me, con la speranza che possa tornare utile anche agli altri.

Quando gli impegni della vita me lo consentono, pesco un argomento dalla lista delle cose di cui vorrei parlare, che purtroppo (o per fortuna) si allunga sempre di più, e lo racconto come meglio mi viene, con la passione di quando ho iniziato e con la consapevolezza che quello che scrivo rappresenta unicamente il mio punto di vista. Oggi però non attingo a questa lista di argomenti perché sento forte la necessità di parlare di Rita Lee, una artista brasiliana a tutto tondo, una Rock legend come l’hanno definita oltre oceano, che è morta qualche giorno fa (l’8 di maggio per l’esattezza) a 76 anni, dopo una lunga malattia.

Vorrei precisare che non ho necessità di parlare di Rita Lee perché non se ne può fare a meno, data l’importanza del personaggio o, peggio ancora, perché lo fanno tutti (questo tipo di atteggiamento non mi appartiene proprio), ma perché lei è stata, e continuerà ad essere, un’artista importante per me, pur provenendo da un genere musicale, il rock, che non è molto nelle mie corde. Ma dire che Rita Lee era rockettara non rende giustizia al suo ecclettismo. La rainha do rock brasiliano ha attraversato altri generi (la disco music, il tropicalismo, il pop, la musica elettronica e la tradizionale MPB) lasciando sempre la sua impronta e il suo stile inconfondibili.

Nell’archivio di questo blog non ci sono post che parlano di Rita Lee, ma indirettamente la sua figura viene fuori spesso, in alcuni aneddoti riferiti ad altre personaggi. Qui ad esempio abbiamo parlato di Pagù, una artista e giornalista dotada di uno spirito realmente anticonformista per il suo tempo, che venne ricordata in una canzone famosa della stessa Rita Lee, scritta in collaborazione con Zelia Duncan; una canzone forte e irriverente come il personaggio a cui si ispirava. Se utilizzate il motore interno di ricerca del blog verrano fuori, probabilmente, altri post collegati a Rita Lee.

Quando penso a Rita Lee la prima cosa che mi viene in mente è il colore dei suoi capelli dell’ultimo periodo, sempre molto improbabile, spesso sulle sfumature del rosso. Questi capelli, che erano tutto un programma, sono diventati poi, verso la fine della sua vita, di un grigio naturale, perché lei stessa diceva che il personaggio era morto e che voleva diventare anonima. Ma poi mi vengono in mente anche ad altri episodi che ho appreso leggendo qua e là, cose anche emotivamente molto forti. In particolare mi riferisco ad un episodio che lega due grandi artiste, la stessa Rita Lee e Elis Regina, due mostri sacri, due referenze massime nei loro rispettivi generi musicali (io direi anche, tranquillamente, le due maggiori cantanti della musica brasiliana: non mi piace generalizzare ma in questo caso mi viene abbastanza semplice).

L’Aneddoto è raccontato nel video che metto in basso, preso da YouTube, del quale sintetizzo i punti principali. Le due artiste all’inizio della carriera non si guardavano molto di buon occhio, perché si consideravano molto diverse, visto il loro background musicale e i loro valori (e in un certo senso lo erano); in particolare Elis era molto sulle sue, probabilmente perché, al tempo, era molto più famosa. Poi venne la dittatura militare e nel 1976 l’ “alternativa” Rita Lee venne imprigionata (cosa che capiterà spesso anche in seguito) e Elis fu l’unica persona che ebbe il coraggio di andare a trovarla e, sfruttando il suo nome e minacciando di ricorrere alla stampa, volle vederla, facendo leva sul fatto che Rita Lee in quel momento era in stato interessante. Questa cosa rafforzò molto il legame tra le due artiste e non molti sanno che l’amicizia tra le due donne diventò così importante al punto che Elis volle chiamare la figlia Maria Rita, in omaggio a Rita Lee.

Ma Rita Lee è stata spesso anche nel centro delle polemiche, anche troppe. Ha parlato degli aspetti delicati della sua vita, è stata spesso imprigionata per le sue proteste contro il regime o per il possesso e uso di sostanze stupefacenti. Fu proprio per una overdose che venne portata in ospedale mentre stava aprendo il concerto dei Rolling Stones nel 1995. Lo stesso concerto nel quale si presentò sul palco vestida da Nossa Senhora de Aparecida, la Santa patrona del Brasile, veneratissima in tutto il mondo. Chiaramente fu uno scandalo.

Insomma Rita Lee non è stata una persona semplice, a volte molto in rottura con il pubblico e la critica, molto anticonformista. mata e odiata per la sua libertà di dire e pensare quello che voleva senza rimanere imbrigliata in schemi e convenzioni. In Italia è venuta molte volte nelle trasmissioni di Raffaella Carrà, in uno dei programmi cult della TV italiana che a me piaceva moltissimo da piccolo, “Te lo do io il Brasile” di un Beppe Grillo ancora fortunatamente comico e, cosa che ho scoperto recentemente, anche in una ospitata in un programma di Pippo Baudo di cui metto il video in basso perché il brano dal titolo “Lança perfume” è molto orecchiabile.

Ultimamente circolavano delle immagini, e anche dei video, di quelli brevi sui social che la ritraevano in famiglia, con il marito Roberto de Carvalho e i figli. Molto provata al tumore che, con un ultimo gesto di irriverenza aveva soprannominato Jair, come il nome del vecchio presidente della Repubblica Federale Jair Bolsonaro che non era molto ben visto dagli intellettuali, artisti e uomini di cultura, in particolare dai musicisti.

Adesso viene il momento difficile: se despedir com uma música adequada, scegliere una musica finale che la possa rappresentare. Ho scelto “Mutante” e non lo so se è la migliore canzone tra le tante che ha scritto ma è una di quelle che più mi piace, per due motivi: perchè mi ricorda il suo primo gruppo “Os mutantes”, dal quale andò via, si dice perché le veniva contestato di non saper suonare strumenti (Rita Lee è famosa anche per la sua chitarra elettrica) e perché nel testo c’è una frase che dice “no meio da bugiganga você me deixou de tanga” che si potrebbe tradurre nel mezzo della confusione (della mia vita) mi hai lasciato in mutande e buginganga, che significa per la verità una cosa vecchia, scassata che funziona male, è un termine che io uso praticamente sempre, e l’ho appreso proprio da questa canzone.

Ciao Rita, descansa em paz.

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