Breve storia del cavaquinho (e dei suoi cugini)

Oggi vorrei parlare di uno strumento molto brasiliano, uno strumento popolare che in Brasile ha una importanza inversamente proporzionale alla sua dimensione: il cavaquinho, o cavaco come viene chiamato comunemente. Il cavaquinho è stato e continua ad essere uno strumento fondamentale in tutta la musica popolare brasiliana (fatta eccezione per alcuni alcuni generi come la bossa nova dove tradizionalmente non si usa) per la sua doppia funzione di strumento melodico (anche se spesso per questo uso viene sostituito dal suo cugino bandolim che avendo corde doppie ha maggiore sonorità e un suono più ricco e piacevole) e strumento ritmico, potendo suonare accordi anche armonicamente complessi per via delle quattro corde.

Prima di tracciare un po’ la storia di questo strumento e di vedere i dettagli costruttivi, volevo raccontare una storiella molto divertente che gira nel mondo dei musicisti brasiliani che, come i loro colleghi di tutto il mondo, si prendono spesso in giro tra di loro. Si dice che il cavaco è così piccolo perchè è stato inventato per consentire ai prigionieri di suonare ammanettati :). Chiaramente non è cosi, l’origine è molto diversa ed è legata, come succede spesso per le cose brasiliane, ai Portoghesi che l’hanno inventato nella regione di Braga (per questo è chiamato in portogallo anche braguinha) e poi da li si è diffuso in tutto il paese come strumento di accompagnamento. Giunto in Brasile ha cominciato a vivere di vita propria, trasformandosi in tutti i sensi possibili: come forma (nel disegno che ho fatto sotto si vedono le differenze principali), come tecnica esecutiva (il cavaquinho portoghese si suona con le mani, spesso con la tecnica del rasgueado, cioè facendo scorrere le dita sui tasti come fanno gli spagnoli con le chitarre flamenche, quello brasiliano con il plettro); come accordatura (il cavaquinho portoghese ha molte accordature ma la più usata è Re-Si-Sol-Sol, con le ultime due note accordate all’unisono, mentre il cavaquinho brasiliano é generalmente accordato in Re-Si-Sol-Re, quasi come le ultime corde della chitarra tranne il cantino); come modo di utilizzazione (in Brasile come ho già detto il cavaquinho spesso da strumento di accompagnamento diventa strumento solista soprattutto nei gruppi di choro).

cavaquinho

Rifacendomi al disegno che ho fatto sopra brevemente con l’iPad vorrei parlarvi un po’ delle differenze costruttive tra il cavaquinho originario (quello portoghese ricordiamo) e la versione brasilianizzata che è profondamente diversa. La differenza principale è innanzitutto nelle dimensioni: il cavaquinho portoghese è più piccolo, ha la cassa più piccola e simmetrica mentre quello brasiliano ha una cassa che riprende in miniatura quella della chitarra, con la parte superiore più snella della parte inferiore. Inoltre in quest’ultimo la cassa è più profonda per consentire un suono più forte.

Altra differenza è nel modo in cui la tastiera si attacca al manico (1): nel cavaquinho portoghese il manico è sullo stesso piano della tavola armonica, mentre nel suo cugino brasiliano il manico è sopraelevato come capita con la chitarra. Altre piccole differenze riguardano la paletta (2), cioè la parte dove si attaccano le corde, e il meccanismo di accordatura che può variare a seconda dei modelli.

Ma, come succede sempre quando si parla di musica, la cosa migliore è sentire degli esempi musicali. Di seguito un video preso da Youtube dove si mostra bene la tecnica del “rasgueado” di cui parlavo prima, tipica del modo di suonare tradizionale portoghese.

E poi un esempio di cavaco usato nella musica brasiliana, in questo caso un samba di Paulinho da Viola. Ho scelto questo video perchè qui il cavaquinho è messo in grande evidenza in quanto fino alla parte finale (quando entra il pandeiro e il surdo e in seguito la chitarra sette corde) si può apprezzare la classica “levada” di samba, il modo di suonare che nel cavaquinho è molto tipico perchè alcune volte l’accordo è suonato liberamente altre volte è “apagado” cioè stoppato con la mano sinistra.

Per concludere questo post dedicato al cavaquinho non si può non citare un altro cugino piccolino, l’ukulele, che si è modificato anch’esso a partire dalla braguinha originaria che fu condotta nelle isole Havaii da immigrati brasiliani alla fine dell’800. L’ukulele è profondamente diversa sia dal cavaquinho portoghese sia da quello brasiliano perchè ha le corde in nylon che danno allo strumento quella caratteristica meno brillante. Inoltre dell’ukulele ci sono molte varianti a seconda delle dimensioni. Ma questa è un’altra storia.

Ultima “dica”, ultimo consiglio è un documentario che vi invito a vedere e si chiama “Apanhei-te cavaquinho” come il famoso brano di Ernesto Nazareth dove viene raccontata la storia di questo strumento e dei generi e protagonisti a cui è legato.

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