Narra la leggenda che lo “scat“, cioè quella tecnica di canto jazz che consiste nell’ inventare sillabe musicali e utilizzarle in chiave melodica e ritmica durante un’esecuzione, al pari di un’altro strumento, sia nato per opera di Luis Armstrong, impegnato in una registrazione in studio. Il famoso trombettista, che era anche un cantante dal timbro tutto particolare, non trovando più sul leggio il foglio del testo della canzone che stava registrando, senza perdersi d’animo, pensò di inventare delle parole senza senso al posto della melodia e di usarle come un fraseggio uscito dalla sua famosa cornetta.
Leggende a parte, oggi parliamo di una cantautrice brasiliana, Dani Gurgel, che ha recentemente prodotto un CD nel quale questa tecnica la fa da padrone. Per la verità, nell’ambito jazz, il canto scat non è stato mai dimenticato, anzi ha sempre fatto parte, in maniera più o meno abituale, dell’ “armamentario” di quasi tutti i cantanti che spesso lo utilizzano durante gli assoli. Pero in questo caso lo scat è addirittura esclusivo, nel senso che in molti brani viene utilizzato, sin dall’inizio, al posto delle parole. E questo si nota anche dal titolo del CD, TUQTI, che è onomatopeico e rimanda proprio a queste ritmiche fatte con la voce che, nell’intenzione dell’artista, mirano a creare un suono profondamente brasiliano ma di respiro internazionale.
Di Dani Gurgel abbiamo parlato già in passato. In questo post, ad esempio, abbiamo presentato il suo lavoro fatto in quartetto insiema alla madre Deborah, pianista e compositrice, con cui ha prodotto molti CD, sia di musica originale sia di cover brasiliane e internazionali.
Ma TUQTI è un passo avanti. Con la collaborazione di artisti “ospiti” di levatura internazionale, come la trombettista Ingrid Jensen e il vibrafonista Joe Locke e con il supporto di un gruppo di giovani musicisti di grande livello artistico (Thiago Rabello alla batteria, Gabriel Santiago alla chitarra acustica, Conrado Goys alla chitarra elettrica, Frederico Heliodoro al basso elettrico) Dani ha confezionato un prodotto originale, a mio avviso di grande qualità, che certamente è destinato a un mercato internazionale, visto che il gruppo già effettua molti concerti all’esterno, in Giappone in particolare e in America, dove TUQTI è stato recentemente presentato al celeberrimo Blu note.
Io direi che qualche video, preso dalla pagina dell’artista, può sicuramente aiutare a capire meglio di cosa stiamo parlando. In video che segue è un brano, a mio parere bellissimo, nel quale il virtuosismo di Ingrid Jensen si inserisce meravigliosamente. E’ uno dei brani dove lo scat non è presente (ho scelto proprio un brano “tradizionale” com primo contributo per introdurre l’atmosfera del disco).
Il Brano seguente, invece, è tutto basato su questo TUQTI, su questa tecnica scat, declinata in chiave molto brasiliana, che compare sia dall’inizio, in maniera orihinale prima dai “discorsi” del bambino, figlio di Dani, e poi continua come intro. L’inserimento di Joe Locke sul finale mi ha ricordato vecchi brani fusion degli Steps Ahead, con i soli di Mike Mainieri.
L’ultimo contributo video probabilmente avrei dovuto collocarlo per primo, perchè è un piccolo video di “dietro le quinte” che mostra tutta la genesi del lavoro e spiega le scelte che sono dietro a questa produzione. Anche se è in portoghese è molto bello vedere, secondo me, persone che creano, che interagiscono tra di loro e si scambiano idee. Poi i musicisti in questo sono molto originali.
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