La vita è molto corta per essere piccola

Una delle cose che faccio più spesso quando ho un po’ di tempo che mi avanza (e non ho tanta voglia di impegnarmi nelle mie due passioni principali – musica e pittura), è guardare video su youtube. In portoghese si userebbe il verbo “vasculhar“, saccheggiare, spulciare minuziosamente questa immensa risorsa di video alla ricerca di canali interessanti, che ci appassionano per vari motivi. E oggi voglio condividere il risultato della mia ricerca di oggi perchè quello che ho trovato mi ha colpito molto e credo che potrebbe essere interessante anche per altre persone.

Si tratta del video di una conferenza tenuta da Mario Sergio Cortella, un  filosofo, scrittore, educatore e professore universitario brasiliano (ma di chiare origini italiane) che mi ha colpito principalmente per il titolo: “fazer o melhor na condição que você tem” (trarre il massimo dalla condizione che hai). Io credo che sia capitato a chiunque, almeno una volta nella vita, di essersi trovati in una situazione in cui si è dovuto far fronte a risorse limitate, cercando di industrarsi per conseguire un risultato o per uscire da un momento difficile, aguzzando l’ingegno ed usando al meglio i pochi strumenti che si avevano a disposizione.

Cortella è un personaggio pubblico, popolare in Brasile, grande comunicatore, scrittore di libri di successo e, “sotaque” a parte (cioè l’accento che è molto caricato), è un vero piacere ascoltarlo. Purtroppo il video (che riporto di seguito) è in portoghese, ma sintetizzerò qui i passaggi salienti, ben consapevole che questo tirerà via molta parte della capacità oratoria. dell’istrionismo, dell’ironia del relatore che è veramente un personaggio molto sui generis (come ho potuto verificare in molte interviste che ho visto in passato).

Intanto Mario Sergio dissemina in questa sua conferenza decine di citazioni, alcune delle quali di uno dei miei poeti preferiti, Mario Quintana, di cui ho parlato molte volte sul Blog (qui una lista di post su questo poeta).Di Quintana il relatore cita dei versi di una poesia:

Um dia…Pronto!…Me acabo / Pois seja o que tem de ser
Morrer: Que me importa? / O diabo é deixar de viver.

Un giorno… fatto!… Me concludo / Pertanto sia cosa deve essere
Morire: che mi importa? / il diavolo è smettere di vivere

Una frase che mi ha molto colpito ,perchè probabilmente mi ci ritrovo, riguarda i “servidores”, coloro che fanno un lavoro che ha una finalità pubblica, che lavorano a servizio degli altri, come la platea del video che è composta di funzionari e dipendenti pubblici: “ganhar a vida cuidando de vida“, guadagnarsi da vivere occupandosi di vite che è una cosa molto onorevole e non priva di responsabilità.

Giacomo Balla – Pessimismo e Ottimismo (1923)

Questa riflessione porta ad un’altra citazione che è il cuore di tutta la conferenza. Una frase di Benjamin Disraeli che dice “La vita è molto corta per essere piccola“. Questa citazione consente al relatore di introdurre una riflessione su ottimisti e pessimisti.

Secondo Cortella i pessimisti solo coloro che disattendono la regola numero 34 dei monaci Benedettini: “non brontolare”. Brontolare non significa discutere, dibattere, essere in disaccordo (questo è positivo) ma credere che niente possa essere fatto. Il pessimista dice che tutto quello che viene proposto non avrà successo, la sua frase standard potrebbe essere “Qualcuno deve fare qualcosa!”.

L’ottimista invece è quello che vuole attrarre, unire, cercare, è colui che piange, si pente, vuole lasciare, vuole abbandonare e andare via perchè “qui non funziona”. Ma l’ottimista ha un grande vantaggio perchè la sua vita può essere corta, ma non piccola.

Tutta la “palestra”, come viene chiamato in portoghese questo tipo di conferenze dove c’è un solo relatore, è basata proprio sulla riflessione che nessuno di noi dovrebbe desiderare una vita “banale, futile, inutile e superficiale” e che il nostro scopo dovrebbe essere quello di fare del nostro meglio, con gli strumenti di cui possiamo disporre. Cortella fa un esempio biblico, parla di quando nell’Apocalisse Dio dice di “vomitare i tiepidi“, cioè coloro che non sono né caldi né freddi, i mediocri, coloro che non hanno ne segno positivo ne segno negativo ma non si sono mai impegnati neppure per essere peggiori.

In buona sostanza dovremmo, a detta di Mario Sergio Cortella, fare il possibile per percepire l’importanza del nostro quotidiano e far si che la nostra vita, già corta, non diventi anche una vita piccola. E questo lo possiamo fare da subito perchè “non è possibile guardarsi indietro e costruire un nuovo inizio, ma possiamo cominciare adesso a costruire un nuovo fine”.

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